martedì 29 dicembre 2015

l'Ex base Nato abbandonata


Premesso che per evitare il cancello d'ingresso mi hanno fatto inerpicare su una collina ripidissima che ha messo a dura prova il mio fisico poco allenato, la visita è stata tutto sommato interessante, se non altro per il panorama che si vede da qui.
Monte Venda, anche se non è una montagna ma per poco, diciamo che è un po' come un ciclista che arriva al quarto posto. Non è sul podio non sale. Resta a terra. Il Venda bastava salisse un po' di più, da 603 metri a 610 ed era una montagna a tutti gli effetti. Invece lo è per toponimo. Si fregia del titolo di monte come un paese si fregia del titolo di città.
Detto questo sul Venda dagli anni '50 alla fine degli anni '90 c'era il ROC 1. Ovvero il Regional Operation Center della Aereonautica Militare.
C'era un bunker scavato dentro la roccia, per 1600 metri, mica uno! E da lì si controllava il traffico aereo, civile e militare. Ce n'erano tre in tutta Italia, uno sul Venda, uno vicino a Roma ed uno a Martina Franca, in Puglia. Poi come ha detto mio fratello, forse hanno inventato una app e tutto di colpo è diventato obsoleto.
Adesso ci sono una serie di casupole abbandonate sul pendio del colle più alto dei Colli Euganei tanto da chiamarsi montagna. E c'è rimasto il bunker, dove però non sono entrato. Mi sono accontentato delle casupole e di vedere la nebbia dall'alto... Più in alto c'è un'altra cosa che non ho visto i ruderi di un convento che si trovava in cima a questo colle. Pardon! Monte.
Questa montagna ed il suo bunker sono al centro di traversie giudiziarie, poiché molte famiglie di persone decedute a causa probabilmente del Radon (gas radioattivo di origine vulcanica) presente dentro la roccia chiedono di sapere la verità su cosa respirassero i loro famigliari, deceduti prematuramente a causa di tumori ai polmoni, nelle ore trascorse sotto terra.

venerdì 25 dicembre 2015

Le foto della tregua di Natale 1914


Visto che è Natale, e sono appena tornato dal pranzo della zia che mi basterà anche per la cena... ne approfitto per fare un post sulla fotografia naturalmente... e parlo della famosa Tregua di Natale del 1914 quando i due schieramenti di soldati, quello tedesco e quello inglese smisero di spararsi e uscirono dalle rispettive trincee.
C'è anche uno spot molto commovente realizzato lo scorso anno da una catena di supermercati inglesi (la Sainsbury) che racconta questo evento. Nello spot si vedono gli inglesi che la notte di Natale iniziano a cantare Silent Night ed i tedeschi dalla loro trincea rispondono cantando Stille Nacht. La stessa canzone, le stesse parole, la stessa musica, gli stessi sentimenti, la stessa fede.... Così in quel giorno santo, i tedeschi e gli inglesi posero le armi ed uscirono dalle trincee scambiandosi doni e stringendosi le mani e poi iniziarono anche a giocare a calcio....



Non so se sia andata proprio così, in realtà si parla di numerose tregue, anche perché l'allora pontefice Benedetto XV aveva chiesto ufficialmente che almeno nel giorno di Natale a cantare non fossero i cannoni ma gli Angeli.

martedì 15 dicembre 2015

La fotografia è un gioco?


"Pazzo è chi gioca e chi non gioca è pazzo". Ogni tanto mi torna in mente questo proverbio napoletano che ho letto da piccolo proprio durante una proiezione di diapositive.... Così lasciandomi andare con i pensieri nel box doccia con la spugna in mano e lo sciampo che scorre tra i capelli, reduce da una serata in qui si sta progettando una manifestazione dedicata alla fotografia, mi sono ritrovato a pensare che poco spesso si parla della fotografia semplicemente come gioco.... Si parla della fotografia come arte, si discute sulla funzione sociale, documentaristica della fotografia, si parla di generi fotografici. Si parla di tecnica, di strumentazione, di fotografia digitale contrapposta alla fotografia analogica. Io invece mi chiedo: è anche un gioco la fotografia? Cos'è un gioco?  E' sicuramente qualcosa di divertente e quindi anche con la fotografia ci si può semplicemente divertire? Giusto? Tante volte quando uno si compra una macchina fotografica nuova gli si dice: "Ti sei comprato un bel giocattolino!"... Una volta ho letto anche che la differenza tra uomini e bambini sta soltanto nel fatto che i giocattoli dei primi sono più costosi. Era una affermazione velata di ironia, ma non del tutto falsa se ci pensiamo.

venerdì 27 novembre 2015

Officina del Vintage a Ferrara


Oh non è che voglio scrivere tanto anche perchè è sera e sono un po' stanco, però insomma volevo dirvi che sono stato alla Officina del Vintage a Ferrara, manifestazione che si è svolta lo scorso fine settimana. Più che altro metterò un po' di immagini... Le bancarelle sono state sistemate negli imbarcaderi, la parte sotto del castello... a dire il vero le esposizioni erano un po' sacrificate, a Padova c'era più spazio per muoversi, e quando hai altra gente attaccata al posteriore non è che ti muovi liberamente anche perchè hai l'impressione seppure involontariamente di intralciare gli altri o sono gli altri che involontariamente intralciano te. Però c'era anche qui come a Padova tantissima gente, soprattutto giovani... diciamo che è il momento del Vintage... non c'è niente da obiettare e obiettivamente a Rovigo manca un evento di questo tipo... vabbè ho già una idea per Polesine Fotografia... che non svelo qui per il momento... c'era una bancarella con parecchi libri di fotografia dove mi sono soffermato ed era piena di bei libri di fotografia... ma nell'incertezza non ho comprato nulla... anzi ho comprato due cartoline vintage che pubblico qui sotto... ah poi è stata interessante l'intervista ad un cantante "vintage", cioè famoso negli anni '80... che molti della mia età conoscono, i più giovani invece no.... ovvero Alberto Camerini, di cui inserisco sotto un video... bene sono stato lì ad ascoltare la sua intervista ed è stato molto interessante.

venerdì 13 novembre 2015

Villa Bellavista: E' anche museo dei Vigili del Fuoco


Riporto della nostra visita a Villa Bellavista in Toscana, precisamente a Borgo a Buggiano, dopo aver parlato dell'altra villa che ho visitato nella stessa giornata sempre vicino a Pistoia ma in località Ferruccia. Questa l'abbiamo visitata alla mattina, grazie all'iniziativa organizzata da www.esplorazioniurbane.it ma non è abbandonata potremmo quasi dire che è fin troppo custodita, perchè alcune stanze ai piani superiori non ci è stato permesso di vederle, forse anche i ragazzi di esplorazioniurbane non erano al corrente, da quello che ho notato che certi ambienti non si potessero visitare. All'interno c'è un museo dei Vigili del Fuoco, "come riporta lo stesso sito dei Vigili del Fuco", accolse nel dopoguerra, figli dei Vigili del fuoco, orfani di guerra. In precedenza era stata anche casa di riposo per i Vigili del Fuoco, casa per le vacanze dei figli dei Vigili del Fuco e addirittura ospedale militare, in tempo di guerra, prima per le truppe tedesche e poi americane. Adesso è di proprietà del Ministero dell'Interno.


lunedì 2 novembre 2015

Il fotografo Will McBride...

Girando in Fiera a Padova per la manifestazione Tuttiinfiera, mi sono ritrovato tra le mani un libro di fotografie di un fotografo che non conoscevo, si tratta di Will McBride, il titolo del book è "My Sixties", tradotto "i miei anni '60"... le foto mi hanno colpito subito, questi bianco e neri che ritraggono giovani spensierati negli anni 60 appunto. Ho cercato informazioni su questo fotografo, ed ho scoperto che è di origini americane, è nato a St Luis nel Missouri nel 1931 e nel dopoguerra, precisamente nel 1953 è arrivato a Berlino come fotogiornalista della rivista Life e si è innamorato di questa città che portava ancora i segni del conflitto mondiale, ma tra le macerie Will McBride riesce a scorgere i segni della rinascita, dell'entusiasmo giovanile. Le sue foto sono esplicite, audaci, ci sono nudi, scene molto intime, manifestazioni affettuose, quindi è stato sicuramente un fotografo che ha precorso i tempi.
Ha pubblicato numerosi libri, uno dei quali fu anche censurato, "Zeig Mal!", in tedesco "Fammi vedere", un libro educativo per bambini che aveva fra l'altro esplicite immagini anche di nudità.. è stato in qualche modo uno che ha ha aperto la strada a fotografi quali Wolfgang Tillmans e Nan Goldin ed anche la fotografa Annie Leibovitz ha rivelato di essersi ispirata ad una foto di Will McBride quando ha fotografato Demi Moore incinta per la copertina di Vanity Fair. Negli ultimi anni della sua vita McBride si è dedicato alla pittura ed alla scultura. E' morto a gennaio di quest'anno all'età di 84 anni.

La copertina del libro di Will McBride 

domenica 11 ottobre 2015

La villa che cade a pezzi



"Villa Baldi cade a pezzi", titola un articolo su internet.... Lo leggo e penso che in fondo è una delle tante ville che cadono a pezzi.... Tutto il mondo è paese. Tutto il Belpaese è pieno di ville che diventano brutte al punto da: cadere a pezzi. Appunto.
Questa volta capitiamo in Toscana, a Pistoia e ingrandendo ancora di più con le dita google maps individuiamo Agliana e ingrandendo ancora di più scopriamo Località Ferruccia.
Una località che, come si legge sempre su internet, gravitava attorno a questa fattoria, nei tempi in cui i nobili vivevano veramente da nobili e il popolo viveva veramente ...male.
Ci arriviamo in un giorno in cui siamo andati in Toscana per vedere principalmente un'altra villa a Borgo a Buggiano, ma di questa parlerò prossimamente.... perchè villa Baldi ha la precedenza, perchè  è veramente messa male ... e a noi piacciono quelle messe male.
Ci arriviamo in un giorno in cui piove a dirotto, dopo avere scavalcato gli Appennini coi tergicristalli sempre accesi....
Ci arriviamo per caso, in compagnia di un fotografo italo-francese amico di Berengo Gardin (Bruno Carbone che ha curato per lui una antologia dei suoi libri come ci spiegherà poi al bar attorno ad un caffè) e tre ragazzi di Torino, anche loro appassionati di posti abbandonati.... entriamo (dell'esterno ho scattato ben poco viste le condizioni del tempo.... ) e subito notiamo delle frecce dipinte di nero... che indicano la via da seguire, quasi fossimo dentro ad un percorso guidato, una specie di giostra della paura visto l'oscurità e visto che ci sono un sacco di stanze, stanzette, cunicoli, una specie di grande labirinto...

lunedì 14 settembre 2015

Al Vintage Festival di Padova



Devo premettere che ormai più che in posti abbandonati mi ritrovo spesso in posti altamente frequentati......E questa volta sono stato al Vintage Festival Italia. Manifestazione che si è svolta nei giorni 11-12-13 settembre a Padova in due luoghi principali, il Centro Culturale “San Gaetano” per la mostra mercato ed i Giardini dell'Arena per aperitivi, degustazioni ed eventi musicali. Quando siamo arrivati, siamo rimasti impressionati dalla fila lunghissima di persone che si apprestava ad entrare...
Sono stati tantissimi i visitatori durante questa tre giorni, soprattutto giovani, attratti da un mondo che non hanno vissuto direttamente ed eccoli allora gettarsi alla ricerca per poi indossare di capi ed accessori che andavano di moda in particolare modo negli anni '50 e '60 ma anche negli anni '80 del '900. Quelli che il termine “Vintage” definisce le qualità ed il valore di un oggetto indossato o prodotto almeno vent'anni prima del momento attuale, e che può altresì essere riferito a secoli passati. In origine ci si riferiva Gli oggetti definiti vintage sono considerati oggetti di culto per differenti ragioni tra le quali le qualità superiori con cui sono stati prodotti, se confrontati ad altre produzioni precedenti o successive dello stesso manufatto, o per ragioni legate a motivi di cultura o costume. Il vocabolo deriva dal francese antico “vendenge” indicante in senso generico i vini d'annata di pregio.

Nella foto in alto le illustrazioni di Ale Giorgini 



Tornando alla manifestazione di Padova, nella giornata di venerdì sono stati ospiti il fotografo Gianni Berengo Gardin, il direttore delle rivista GQ, Carlo Antonelli e l'artista Nico Vascellari. Alla sera al Caffè Pedrocchi c'è stato il concerto di Giuliano Palma. Sabato sono stati ospiti Chef Rubio, lo scrittore Nicolai Linin e la discografica Mara Maionchi. Domenica il collezionista di Vintage Angelo, il giornalista e conduttore Tv Carlo Massarini, il Designer Stefano Seletti ed infine l'opinionista Radio e Tv, Platinette.


giovedì 10 settembre 2015

Il magico mondo del Cosplay

Domenica sono stato a Parco Sigurtà a Valleggio sul Mincio dove si teneva la manifestazione "Il magioco mondo del cosplay.. ho fatto qualche foto ed un video senza tante pretese tutto con la Nikon 1 J1 che riporto anche qui ... Il parco è molto bello, c'ero stato quando ero alle medie ma mi ricordavo pochissimo...


Queste sono le foto: 

giovedì 3 settembre 2015

Ferrara Buskers Festival 2015

Qui sotto il video che ho realizzato domenica in occasione del Ferrara Buskers Festival 2015 fatto con la Nikon 1 J1 ed un po' con la Polaroid Cube


Qui sotto invece un po' di foto senza pretese sempre fatte con la Nikon 1 J1 



domenica 23 agosto 2015

La fotografia non è una cosa ma tante cose ...

Considerazioni della domenica mattina. Ci penso ogni tanto alla strada in cui mi sono imbarcato. Ovvero quella della fotografia fatta per hobby e con qualche velleità in più seminascosta.
Nel senso che penso sempre possa diventare un domani un lavoro, e così mentre i miei colleghi più vecchi iniziano ad intravvedere la data della pensione, io mi accorgo che sì ci sono ancora molto lontano ma il tempo passa inesorabilmente e le scelte andrebbero fatte al momento opportuno. Però non sempre si ha la possibilità di farle. Ma comunque l'idea ti resta in testa e ti dà lo stimolo di continuare a pensare ad un obiettivo diverso.
A parte questo, rifletto sul mondo della fotografia, io che ho iniziato un po' per necessità, perchè mi mandavano a fare gli articoli per il giornale con cui collaboro che è piccolo e quindi tante volte o mandavano solo il giornalista che mandava in redazione o consegnava a mano (magari scritto a mano o a macchina) il suo articolo oppure potevano contare su qualche collaboratore più giovane che si cimentava a maneggiare le prime digitali. Ovviamente ti impostavano la macchina in Program e tu avevi il compito oltre che scrivere anche di portare a casa una foto di un tavolo dei relatori e del pubblico presente. Fatte queste due foto eri a posto potevi tornare al tuo posto e continuare a prendere appunti. Una volta arrivato in redazione scaricavi le foto sul Mac del direttore e andavi a comporre l'articolo. Punto. Poi però mi sono appassionato di fotografia e ho comprato una macchina compatta tutta mia! Una Canon Power Shot A40 che per quel tempo era una bomba! Solo dopo ho scoperto i fotoclub, le regole della fotografia, le impostazioni manuali ecc. Stamattina capito in un gruppo su FB dove ho un confronto su una fotografia che per me è bella e per qualcun altro è di dubbio gusto, poi c'è sempre quella che dice che fa l'offesa e si ritira dal gruppo perchè "qui di fotografia ci capiscono in pochi!!". E io mi chiedo se di fotografia ci capisco o forse non ci capisco proprio niente.... E che forse non ne capirò mai nulla sì ma continuerò a scattare perchè è quello che mi piace fare. Penso però che questo mondo, come tanti altri, sia pieno di gente convinta di essere il detentore assoluto dell'arte della fotografia e appena gli si fa una critica non l'accetta e preferisce dare agli altri degli incompetenti.

martedì 18 agosto 2015

L'ex seminario è enorme e all'interno è un labirinto


Forse non lo sapete che a Tencarola di Selvazzano c'è un ex seminario vescovile ... stavo per scrivere grande come una casa... ma invece sarebbe molto riduttivo ... perchè è grande quasi come un paese ... io sapevo che esisteva,  avevo visto qualche video sul Tubo e letto qualcosa.. e così ho voluto andare a vedere ...quello che non sapevo e che ho letto solo a posteriori (non fraintendete...) solo dopo insomma... è che qualche sera prima c'era stato un incendio all'interno. L'ennesimo! 

Perchè pare che il posto sia vissuto da immigrati, vagabondi, clandestini e spacciatori... quello che era un luogo di formazione dei sacerdoti è diventato tutt'altro... per farvi un paragone, per chi è di Rovigo ma spero che le foto rendano l'idea... avete presente l'ospedale?? O la cittadella socio sanitaria ovvero l'ex seminario di Rovigo? Ecco una cosa del genere.. 

domenica 9 agosto 2015

Alone in the dark


Da tempo volevo fare questo progetto, fra l'altro molti padiglioni sono stati chiusi di recente. Per fortuna questo, in cui avevo programmato di fare le foto è ancora aperto,  anche perchè si sta proprio sgretolando..... E' uno dei più vecchi e per questo anche più impressionanti .....Dicevo che avevo immaginato queste foto. Sono foto che qualcuno ha già fatto più o meno allo stesso modo, ma ormai in fotografia è già stato fatto quasi tutto, solo che volevo dare un taglio mio personale, esprimere una sensazione che mi apparteneva. Ho cercato di dare un titolo ad ogni scatto.. poi non so se ne aggiungerò altre. In realtà i progetti sarebbero due, il primo per rappresentare la bellezza e la delicatezza nella bruttezza di un posto decadente, o se vogliamo la giovinezza nella vecchiaia ... il secondo progetto era quello di dare un'immagine della pazzia per ricordare un passato non troppo lontano da noi... Protagonista del progetto è la modella Zombiedoll che ha ben saputo interpretare i ruoli richiesti.

Alone with my doll 


venerdì 7 agosto 2015

Un libro sull'esplorazione urbana


Non potete definirvi “Urbex” se non avete letto questo libro di Elvira Macchiavelli... Oh adesso! Che esagerato!! Mi direte... invece no! Secondo me le cose stanno proprio così. Perchè magari tanti iniziano a dedicarsi a questa attività un po' per curiosità un po' perché hanno sentito che lo pratica l'amico tal dei tali … e così iniziano ad avventurarsi su questo percorso... invece Elvira nel suo libro “Esplorazione urbana. L'etica dell'abbandono” che mi sono letto e gustato di recente, cerca di mettere le cose in chiaro, partendo dalla storia dell'esplorazione urbana, dando poi dei consigli utili per chi inizia questa avventura. E' se vogliamo anche una sorta di manuale dell'Urbex.
Ci sono poi delle bellissime foto tratte dal suo blog “Urbex at info!” Elvira Macchiavelli, Toscana, è giovanissima ma pratica da tempo questa attività ed è una delle più affermate (se mi lasciate passare il termine) e stimate Urbex in Italia.
Mi è piaciuta in particolare, la parte in cui Elvira cerca di dare una definizione all'esplorazione urbana cercando di darle una collocazione possibile tra le varie pratiche dall'attività umana, si chiede se è arte, passione, fenomeno mediatico.
Alla fine, sulle basi anche della sua esperienza come studentessa di Scienza della formazione, è arrivata a qualificare l'esplorazione urbana come un gioco. Elvira in un lavoro di ricerca si accorge che l'esplorazione urbana ha le stesse caratteristiche attribuite al “gioco”, da eccellenti sociologi del '900, perchè contiene elementi come le regole da seguire, la curiosità, la sfida, l'incertezza, la non produttività.

mercoledì 22 luglio 2015

Lo sguardo rovesciato. Un libro da leggere.


Visto che ho fatto poche uscite in questo periodo, un po' per impegni di lavoro e di famiglia ed un po' perchè questo caldo insopportabile non invoglia certo ad andare in giro a fare foto se non si è proprio costretti, nei ritagli di tempo ho letto il libro di Roberto Cotroneo “Lo sguardo rovesciato” edito da Utet. Diciamo che poche volte mi capita, quando vedo un libro in libreria, di essere convinto fin dal primo momento di prenderlo su dallo scaffale e di portarlo alla cassa. Ma con questo è stato amore a prima vista. Il titolo colpisce ed anche il disegno semplice e particolare sulla copertina e pure il sottotitolo “Come la fotografia sta cambiando le nostre vite” incuriosisce.
E' un saggio di strettissima attualità. Diciamo che è un libro di fotografia senza fotografie, ma le fotografie te le mostra anche se non le vedi..... può essere anche un testo di sociologia alla fine. Cotroneo è uno di quelli che ha attraversato la trasformazione della fotografia dall'analogico al digitale... per noi e gli altri che in qualche modo ci siamo avvicinati alla fotografia grazie al digitale, è un libro che fa capire molti aspetti del “come eravamo” e del “cosa siamo diventati”... mi piace la parte del libro dove parla dell'attesa dello sviluppo di una foto, quando si scattava e non sapevi come “era venuta” finchè non eri andato a prenderla dal fotografo, ritengo molto importanti le riflessioni sul fatto che quello che facciamo alla fine non sono delle fotografie ma dei "frame" di un flusso continuo di vita, scattiamo migliaia di foto (iperfotografia) e restano archiviate nei nostri cellulari e magari non le stampiamo mai e poi quando perdiamo il cellulare o semplicemente questo diventa obsoleto, non riusciamo più a recuperarle. 

sabato 18 luglio 2015

La villa che sembra un castello


Si chiama Castello ma non è un castello, è una villa nata per dimostrare tutta la nobiltà di una famiglia che non era di nobili origini ma che era ricca. Era una famiglia di mercenari, quella degli Obizzi, furono loro a quanto pare che diedero il nome all'obice, il piccolo cannone da assedio. Fu lo stesso Pio Enea I degli Obizzi a idearne la progettazione, con l'aiuto da quello che si legge, dell'architetto Andrea Da Valle, la costruzione è iniziata nel 1571.
Ah in questo caso non si tratta di una struttura abbandonata, anzi è custodita e per accedere si paga un biglietto ed una bravissima guida vi spiega la storia della costruzione, della famiglia e degli affreschi che ci sono all'interno. Si perchè ce ne sono tantissimi dentro, e ben conservati, sono opera del pittore Giovanni Battista Zelotti, allievo di Paolo Veronese. Ci sono tantissime scene che narrano la storia delle famiglia Obizzi, i matrimoni importanti, le battaglie, poi ci sono bellissime allegorie. All'esterno c'è un parco molto ampio con un laghetto su cui si specchia il castello.
Avevo con me solo la Nikon J1 più un 10mm 2.8, il fattore di moltiplicazione di questo obiettivo è 2,7 quindi corrisponde a circa un 27 mm di una full frame. Un angolo di campo abbastanza ampio dunque. Era una giornata calda. Ah non sto qui a scrivere la storia di questo luogo di cui si trova ricca documentazione in internet, sia su Wikipedia che sul sito ufficiale . Dico solo che è un posto che vale la pena di visitare, anzi qui ci organizzano anche banchetti di matrimonio. Io da tanto tempo desideravo visitarlo, essendoci passato spesso davanti e finalmente sono riuscito a vederlo.
Queste sono alcune foto della giornata....

domenica 14 giugno 2015

La mostra (IM)MEMORIALE all'ex psichiatrico


C'ero tornato da poco lì dentro, il giorno della visita guidata organizzata dalla redazione di Biancoenero, non autorizzata ma che poi si è svolta lo stesso... ricorderete....
e nei giorni scorsi ci sono tornato di nuovo perchè un'altra iniziativa ha avuto per protagonista l'ex ospedale psichiatrico di Granzette... Mi ha fatto uno strano effetto vedere tante persone dentro alla chiesetta che è stata ripulita a dovere, sono stati portati fuori i mobili, sia quello nella piccola Sagrestia di sinistra sia quello dietro all'altare, è stata tolta la tenda o meglio ciò che rimaneva della tenda alla finestra del lato destro.... Si tratta di una mostra di elaborati degli studenti dello Iuav di Veneziaguidati dalla docente Emanuela Sorbo assieme ad Eva Rimondi e a Leila Signorelli, ed ha avuto come titolo "(Im)memoriale.

giovedì 4 giugno 2015

Il convento che è diventato casa colonica e poi una cartiera


Adesso non è che tu vai in un posto abitato da un fantasma per la prima volta e subito ti trovi il fantasma lì pronto ad accoglierti magari offrendoti anche il the con i biscotti... no, perchè il fantasma in genere è uno che si fa desiderare... anzi arriva proprio quando non lo desideri, quando proprio non te l'aspetti. Lo vedi alle tue spalle, che passa come un'ombra...
Poi non è che proprio lo vedi, perché anche se lo vedi in realtà "ti sembra" di averlo visto... oppure lo scopri solo dopo, guardando la fotografia...
Sono tutti uguali 'sti fanstasmi! Se la tirano ahn! Un po' come i divi del cinema che non riescono più a guarire dalla febbre del red carpet una volta che ci sono saliti sopra.
E così in assenza del presunto padrone di casa, ci addentriamo in questa che era una vecchia corte ma anche una ex cartiera.

domenica 17 maggio 2015

Full immersion di immagini a Reggio Emilia


Beh insomma non riesci mica a vederle tutte in un giorno solo le mostre che ci sono a Fotografia Europea, a Reggio Emilia! Sono tantissime, ci sono quelle del circuito ufficiale che sono in tutto ventuno poi ci sono quella del Circuito OFF che sono tantissime, oltre trecento! Quest'anno il festival ha raggiunto la decima edizione, mica poco! Le giornate inaugurali sono state il 15-16 e 17 maggio, ma le mostre resteranno però fino al 26 luglio... In queste prime giornate però erano presenti moltissimi fotografi e artisti che hanno presentato le loro mostre, poi si sono svolti incontri, workshop, conferenze. Il tema guida di questa edizione è "EFFETTO TERRA" ed è stata dedicata al rapporto tra uomo e natura, ed è stata inserita nel progetto WeAre Reggio Emilia per Expo' 2015.
Al luogo di partenza dove c'è la biglietteria ai chiostri di San Pietro, ti danno la mappa delle mostre che sono sparse in tanti palazzi della città. Lì abbiamo visto la mostra di Olivo Barbieri intitolata "Ersatz Lights", Luci artificiali, interessanti anche le foto di dell'agenzia giornalistica NOOR poi ho trovato molto belle anche per come sono state collocate le foto del progetto DICIOTTOVENTICINQUE dedicato a 50 giovani appassionati di fotografia che ha avuto come tema "PER TERRA".

mercoledì 13 maggio 2015

Visita guidata sì, visita guidata no, visita guidata... ma sì!!


Così ci ritroviamo alla visita guidata edizione 2015 che prima si doveva fare perchè c'era scritto anche sul giornale, poi una volta arrivati lì davanti al cancello di via Chiarugi  l'organizzatore (che però è già dall'altra parte del cancello) ci dice che non si può fare ... perchè questo, perchè quello... ma poi quelli che sono venuti fin qua protestano e dicono: "ma se c'era scritto che oggi si faceva!! C'era scritto sul giornale ahn!!!" ...Però l'organizzatore insiste e dice: "vi ho detto che non si può!".... però i visitatori venuti "apposta" fin qua prima  esclamano:"E allora noi scavalchiamo!"... e così perdono la pazieza e decidono di scavalcare direttamente.... E allora l'organizzatore dice: "Vabbè visto che ormai siete dentro facciamo la visita guidata!!"

E intanto anche tu scavalchi e pensi che solo a Rovigo possono succedere queste cose... o forse che tutto il mondo è paese e dunque, in qualche altra parte del mondo, altri curiosi che avevano letto il giornale staranno scavalcando qualche altro cancello per visitare qualche altro ex manicomio (ahaha sembra un libro di Kafka....)

Va beh dai entriamo e partiamo con il gruppo abbastanza numeroso di partecipanti a questa visita guidata... ci spiegano che il progetto del Manicomio è stato fatto agli inizi del 1900 che è stato poi inaugurato nel 1930..... che è stato chiuso a seguito della Legge Basaglia ... 37 anni fa... che questo che quello...... e noi che siamo degli Urbex seguiamo l'inizio della visita però poi, come i ciclisti che quando inizia la gara sono tutti in gruppo ma dopo il primo giro, tra loro c'è già chi si defila, noi ci stacchiamo dal gruppo al primo padiglione e pensiamo di farci un "Tour fai da te" ... un viaggio al rallentatore, perchè qualcuno non c'era mai stato e vorrebbe fotografarlo con calma e qualche altro che c'era già stato e vorrebbe rifotografarlo con calma.

giovedì 7 maggio 2015

L'ex macello è diventato un macello di degrado


Quello che rimane è una serie di cappannoni vuoti circondati da condomini. E' una zona vasta, circa 200 mila metri quadri di abbandono... è circondata da mura ma anche da una rete metallica .. si trova facilmente un varco per entrare, ne abbiamo trovato uno ma ce ne saranno stati sicuramente degli altri lungo il perimetro. E' abbandonata da molti anni e qui di gente ce n'è sicuramente entrata parecchia, vandali, vagabondi, senza tetto, spacciatori, clandestini writers, ragazzi curiosi, addirittura ho letto che qualche anno fa ci hanno rinvenuto il corpo già in stato di decomposizione di un magrebino, morto o ucciso da chissà chi e chissà perché... dentro regna il vuoto ed il degrado, oltre ai numerosi graffiti sui muri che tentano in qualche modo di portare un po' di colore nel grigiore generale.... Adesso è difficile anche capire cosa si facesse un tempo tra quegli stabili....
Con una ricerca scopro che si trattava di una azienda dove si lavorava la carne, dalla macellazione al commercio.... negli anni '70 era l'azienda più florida in Europa per quanto riguardava la lavorazione della carne... poi il fallimento a metà degli anni '90.. gli stabili vengono messi all'asta e prima non si trovano gli acquirenti perchè il prezzo è troppo alto, si pensa ad bonifica e ad una riqualificazione mai realizzata. Alla fine viene acquistata da una catena di supermercati ma i cittadini si oppongono per impedire che lì sorga l'ennesimo centro commerciale che darebbe il colpo del knock-out ai piccoli negozi del quartiere. E' stata organizzata persino una fiaccolata per opporsi a questa infelice soluzione. Così tutto resta fermo nel suo lento e inesorabile deterioramento. Nel suo radicato silenzio.

lunedì 4 maggio 2015

Rovigo Polaroid Cube Timelapse

In attesa di nuove esplorazioni vi inserisco questo video Timelapse che ho realizzato a Rovigo sabato scorso con il Cube della Polaroid.

martedì 21 aprile 2015

La distilleria che sta evaporando


E' diventato un luogo del silenzio. E immagino il rumore che ci deve essere stato quando tutto funzionava. Qui si produceva Alcol Etilico, detto anche etanolo, o semplicemente alcol o più semplicemente “spirito”, ricavandolo dalla barbabietola da zucchero, facendo fermentare e successivamente distillando le “melasse” che sono la parte residua della lavorazione dello zucchero.
In questi edifici l'alcol veniva prodotto sia per usi industriali che per prodotti alimentari (Amaro Averna, Stock, Martini & Rossi...) tecnicamente lo chiamavano alcol buongusto o ancora lo utilizzavano per fare prodotti farmaceutici o cosmetici. Così si è andati avanti per settant'anni. E poi.... E poi a seguito della chiusura di numerosi zuccherifici in questa zona, è venuta a mancare la materia prima per la distillazione dell'alcol. Da quello che ho capito produrre alcol dalla canna da zucchero sarebbe stato troppo costoso, e l'importazione di alcoli da paesi extra europei era diventato più economico.
Dal 2005 lo stabilimento è stato inglobato in un nuovo progetto per la produzione di biocarburante ma dopo solo diciotto mesi ha cessato l'attività.
Adesso erba che ricopre e rompe i marciapiedi, erba lungo la ferrovia che attraversava l'area industriale, tra gli arbusti i grandi edifici di cemento che si sgretolano, hanno finestre ampie con i vetri rotti, c'è una torre spettrale, un silos gigantesco, enormi spazi vuoti, rumori che vengono dalla vicina città, tubare dei piccioni, vento che fa lo slalom tra i muri. Ci sono tanti tombini aperti e bisogna fare un po' di attenzione a dove si mettono i piedi. Anche la piastra della pesa per i camion è stata tolta.
Quello che rimane è tutto un groviglio di tubi di ferro, ed si scale di cemento, questi ambienti ti danno la sensazione di essere dentro ad un video game tipo Unreal Tournament o Quake oppure nel finale di un film d'azione. 
Un posto che sarebbe la Mecca per gli appassionati del softair ma qui intorno non si vede nessuno, forse perchè è una zona controllata. Nel nostro giro non troviamo anima viva.
In giro ci sono scarpe e bottiglie, armadietti, brandelli di giornali porno, vecchi computer che andavano con il dos.... telefoni, sedie, tavoli ribaltati, qualche relazione tecnica che risale alla fine degli anni '80....
Fotografiamo con tranquillità quello che rimane di questa destilleria di questo ennesimo posto che il tempo si sta portando via.

Qui sotto alcune foto della esplorazione: 



giovedì 16 aprile 2015

La grande casa gialla


Devo recuperare con le visite ai posti abbandonati, purtroppo negli ultimi due mesi sono stato piuttosto indaffarato ad organizzare un evento. Anzitutto inserisco un po' di foto che ho scattato ormai più di un mese fa... è solo una casa, piuttosto grande però che si trova nella bassa padovana, a ridosso della Statale 16.
Quello che mi ha colpito di questa è stato il giallo intenso della facciata ed i contorni bianchi delle finestre, questi colori però caratterizzano la facciata anteriore, mentre quella posteriore non è neanche intonacata ma si vedono solo i mattoni rossi. Vista così mi sembrava quasi una casa cantoniera ma era troppo grande, o anche la stazione delle corriere visto che all'interno c'è ancora un foglio con gli orari delle partenze e arrivi dell'autostazione Siamic di Monselice, in vigore dal 20 novembre 1978...
Che poi il bello di queste esplorazioni è quello che trovi dentro ... non mi convince proprio che fosse una stazione delle corriere intanto la disposizione della casa, poi il fatto che accanto ci fosse una grande stalla-fienile con tanto di stemma nobiliare all'esterno sul lato est dell'edificio.
All'interno dello stesso c'era poi un mezzo elettrico di quelli che nelle stazioni o nelle fabbriche vengono utilizzare per trainare piccoli rimorchi... forse al suo interno si è svolta anche qualche attività industriale ma non c'era traccia di macchinari... all'interno della casa invece ho trovato un passeggino ed una carrozzina per neonati.. chissà come ci sono finiti lì dentro....


domenica 22 marzo 2015

Proviamo la Polaroid Cube


In attesa di pubblicare qualche altro post di esplorazione urbana, metto un'altra recensione... ah sono anche in attesa che mi dicano qualcosa dall'assistenza della Nikon perchè ho mandato a riparare l'obiettivo della Nikon J1 che mi è caduta... comunque oggi ho avuto modo di provare il piccolo giocattolo della Polaroid, la Polaroid Cube che mi hanno prestato... E' simpatica, è una rivale della GoPro, ma costa meno. In internet ci sono tantissimi video che la testano... non ne ho visto neanche uno ;-) Vabbè comunque per accenderla bisogna tenere premuto il tastino multifunzione per tre secondi, dopo di che si sentono tre bip e la luce verde lampeggia.
Per spegnerlo basta tenere premuto il pulsante multifunzione per tre secondi si stente un bip di due secondi seguito da un bip corto. Per fare le foto statiche basta spingere il pulsante una volta, per avviare il video basta spingerlo due volte di seguito. Porta schede di memoria Micro SD fino  e può riprendere in formato 720P oppure 1080P.
Per ricaricarla si deve collegare con il cavetto usb in dotazione al pc o al mac.



Qui sotto un test che ho fatto camminando per il Corso del Popolo:




giovedì 12 febbraio 2015

Fare street photography a ... Rovigo

Durante la pausa pranzo c'è chi va a nuotare, chi va a correre, chi non fa nulla e chi... fotografa. O almeno tenta di fotografare... Perchè un conto è fare street photography in una grande città, un altro è farlo a Rovigo, dove al secondo incrocio trovi già quello che conosci che ti ferma e  ti chiede (tipo il parroco nel documentario di Gianni Celati, "Case sparse") "Cosa stai facendo??"... "ehm giro con una macchina fotografica in mano!!"... Anche se a dire il vero Rovigo in pausa pranzo è abbastanza deserta...
Ho visto giusto ieri sera il video di un bravo fotografo in cui dispensava consigli e suggerimenti sucome praticare la street photography... e  tra le varie cose consigliava di girare per la città con una mappa geografica sotto il braccio, in tasca o in mano... per dare da intendere a chi ci vedesse che siamo dei turisti... ecco voglio dire: questo puoi inventartelo per esempio se sei a New York, a Città del Messico, a Calcutta, a Londra, a Parigi, magari a Bologna, tanto per restare più vicini.  Ma a Rovigo, se sei di Rovigo non puoi fare finta di essere un turista.
Però tutto sommato non è neanche negativo perchè bene o male la maggior parte di quelli che ti conoscono ti hanno sempre visto con una macchina fotografica in mano... anzi a dire il vero mi è capitato anche il contrario... tipo trovarmi ad un evento e che mi chiedessero meravigliati: "Beh! Come mai?? Sei senza macchina fotografica!" ...


domenica 25 gennaio 2015

Ennesimo incendio al Maddalena


Ennesimo incendio scoppiato nella notte all'ex ospedale Umberto Maddalena di Rovigo. La struttura abbandonata, è stata interessata dalla fiamme divampate nella notte e che questa volta hanno distrutto una buona parte del tetto dello stabile principale, quello che sia affaccia sulla strada.
I Vigili del Fuoco di Rovigo sono intervenuti circa alle quattro di notte ed hanno lavorato fino a questa mattina alle 11.30. Non è la prima volta come dicevo che si verifica un incendio all'interno della struttura, che continua ad essere occupata abusivamente da persone senza dimora, nonostante gli sgomberi da parte delle forze dell'ordine e nonostante siano state murate le finestre ai piani inferiori dell'edificio.
Saputa la notizia questa mattina sono andato a fare alcune foto, che passerò anche alla stampa locale. E' un vero peccato che questa struttura sia lasciata andare in rovina, avrebbe potuto essere utilizzata come nuova sede della Questura o per creare nuovi appartemanti. Niente, tutto è stato lasciato al degrado e preda dei vandali.

giovedì 15 gennaio 2015

Sei proprio il mio typo! Un libro sulle font



Torno a parlare di font, avevo già fatto un post a riguardo un po' di tempo fa. Infatti in questi giorni ho letto il libro "Sei proprio il mio typo" di Simon Garfield, un libro divertente che ci porta alla scoperta delle font, i caratteri che utilizziamo per scrivere.
Il libro, edito da "Ponte alle grazie" parte con una serie di domande, chiedendosi perchè le font sono così numerose? Quando sono nate? Perchè una font è più utilizzata rispetto ad un'altra? Chi le ha inventate? E così via.... E' un libro pieno di illustrazioni ed ovviamente di ...font in modo da avvicinare anche chi è a digiuno di grafica a questo argomento.
Il libro all'inizio porta l'esempio del "Comic Sans" un carattere simpatico, adatto alle vignette ai biglietti di invito ad una festa di compleanno ma che però è stato spesso utilizzato a sproposito, per esempio sulla portiera di un'ambulanza o addirittura su una lapide di un cimitero.
Il carattere è stato ideato nel 1994 da Vincente Connare ed è stato inserito in Windows 95, per questo tutti lo conosciamo.
Garfield descrive in modo semplice e chiaro sia le font sia i suoi inventori come per esempio Eric Gill, il padre del carattere Gill Sans, da lui disegnato nel 1928.

venerdì 9 gennaio 2015

Street in Bologna


Giro a Bologna per iniziare l'anno, per fare un po' di street photography assieme ad alcuni amici del gruppo di fotografia. Da Rovigo a Bologna, un'ora di treno. Un mondo diverso: città molto più grande, tante persone che vanno e vengono, negozi, curiosità.... L'esplorazione è anche il confronto tra quattro modo diversi di fotografare perché se fino a dieci anni fa, la possibilità era in genere limitata: o avevi una macchina fotografica reflex o una compatta, o una macchina a pellicola. 
Oggi gli strumenti per catturare immagini sono i più disparati. I nostri, per pura casualità, erano di quattro tipi diversi: una reflex, una bridge, una mirorless ed uno smartphone con un buona fotocamera integrata. 


La mia è la Nikon mirrorless e questo è il risultato del mio viaggio:
 Nella foto in alto le torri simbolo della città, la Torre Garisenda a sinistra, alta 48 metri e la torre degli Asinelli, alta 97 metri. Entrambe sono pendenti.

lunedì 5 gennaio 2015

La Nikon 1 j1 piccola grande macchina


Come promesso vi illustro oggi la Nikon 1 J1. Si tratta di un modello che la Nikon ha prodotto dal 2011 al 2012. E' la prima mirorless (macchina con obiettivi intercambiabili come la reflex ma senza specchio) costruita dalla Nikon che è arrivata sul mercato dopo alcune case che si erano dedicate a questa fascia. Al suo debutto costava più di 500 euro adesso è scesa a circa 200 euro. Per esempio in un negozio a Bologna ho visto una offerta di un kit con obiettivo 10-30 (f 3.5-5.6) e obiettivo 30-110 (f. 3.8 - 5.6)  a 299 euro. L'impressione è quella di avere tra le mani una macchina abbastanza robusta. Poi monta anche un obiettivo 10mm ad apertura fissa f 2.8.

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