venerdì 13 dicembre 2019

Nevicata a Rovigo del 12 dicembre 2019

Ieri pomeriggio ho fatto un salto in centro a Rovigo in occasione della nevicata e ho scattato alcune foto e realizzato questo video:


 

Da ricordare per la prossima volta: 
- Prendere uno straccio per asciugare la macchina fotografica (in particolare le lenti) 
- Lasciare a casa il treppiede ... più di tanto non è servito 
- Mettere magari un sacchetto di nylon per coprire la macchina (come consigliano anche qui in questo interessante articolo)

Di seguito alcune foto:


lunedì 28 ottobre 2019

Case nella nebbia


In queste giornate di nebbia le case abbandonate nella campagna polesana assumono un fascino particolare, tra nostalgia e mistero. Personalmente mi piacciono molto questi paesaggi un po' spettrali e misteriosi della mia terra. Mi riportano indietro nel tempo, agli inverni freddi, al bisogno di cercare un po' di calore. Al ritrovarsi in compagnia dei famigliari attorno al caldo del focolare. 

domenica 1 settembre 2019

Felix Nadar: una vita da gigante

Avevo sentito parlare del fotografo francese Felix Nadar. Sapevo che era stato un pioniere della fotografia aerea sui cieli di Parigi, grazie alla sua duplice passione per la fotografia e per il volo. Sapevo che oltre ad essere un fotografo era anche un giornalista. Poi ho scoperto che recentemente la Contrasto ha pubblicato un libro dedicato proprio a Nadar ed è stata l’occasione di conoscere meglio questo personaggio che seppure ha vissuto in un tempo ormai lontano dai nostri giorni mantiene immutato il suo fascino ed il suo carisma. Sottotitolo della pubblicazione è “Una vita da gigante” e le pagine che seguono fanno capire il perché. Nadar infatti è stato un pioniere in tanti campi, non solo quello fotografico ma anche in quello del volo. Era un caricaturista, un cercatore di funghi.

Oltre alla fotografia aerea ha sperimentato la fotografia in ambienti chiusi, nei sotterranei e nelle catacombe di Parigi. Ha sperimentato la fotografia subacquea. L’immagine che

lunedì 26 agosto 2019

Forti e Batterie abbandonate nella laguna Veneta



A Cavallino-Treporti lungo i 13 chilometri di spiaggia ci sono i resti di fortificazioni, bunker, torri telemetriche, polveriere che in questo periodo di ferie ho potuto scoprire anche se solo in parte. Ho scoperto per esempio la Batteria Pisani, che è stata ristrutturata nel 2017 e che adesso è visitabile pagando un biglietto. La Batteria rappresenta il fulcro della Via dei Forti  un itinerario creato appositamente per unire le varie fortificazioni (circa 200) presenti sul territorio di Cavallino-Treporti.

Stati Uniti in vettoriale

In questi giorni di ferie mi sono dedicato alla creazione di una mappa degli stati uniti in vettoriale. Altri file in vettoriale li potete trovare sulla pagina del blog dedicata. Se qualcuno avesse bisogno del file in originale in vettoriale. (qui ho messo solo il jpg), può contattarmi. 


mercoledì 14 agosto 2019

Sostiene Pereira, a Fumetti

Affinché non abbiano a pensare i mei quattro lettori che durante una delle mie esplorazioni urbane mi sia appropriato indebitamente di un tesoro nascosto in una vecchia credenza o sotto ad una mattonella del pavimento di una villa abbandonata, e me ne sia fuggito in qualche paradiso tropicale in cui trascorrere in maniera rilassata e sfaccendata il resto dei miei giorni... scrivo questo post...
Premetto che per impegni familiari e di altro genere non ho molto tempo ultimamente per andare a fare foto di ruderi et similia ... pertanto in un pomeriggio di questa calda estate sono andato a trovare al negozio di fumetti il mio amico Andrea... premetto che non sono neanche un appassionato di fumetti... ho letto in passato qualche numero di Dylan Dog che mi passava il mio amico Andrea anche lui ... ma un altro ... e che ogni tanto da piccolo leggevo qualche numero di Topolino o di Braccio di Ferro.. così aggirandomi per gli scaffali pienissimi di fumetti, di statuine di supereroi e di oggetti vari, ho sfogliato il libro Sostiene Pereira - Una testimonianza.

lunedì 13 maggio 2019

Blackout il lato nascosto di Istanbul


Oggi volevo farvi partecipi di un libro che ho scoperto è di  un fotografo Turco che vive a Istanbul, Coskun Asar. Il libro si intitola "Blackout" e riporta un suo lavoro fotografico incentrato sulla realtà emarginata e nascosta della sua città. E' stato ospite in Italia al Festival di  Senigallia proprio quest'anno presentando in  una mostra fotografica i suoi scatti. Oltre alle foto molto belle, tutte in bianco e nero, il libro è graficamente molto ben curato. Piacevole da sfogliare e da toccare. 
Asar è cresciuto e ha studiato a Istanbul alla Facoltà di Comunicazione della Marmara University focalizzandosi sul cinema. Dal 2002, per tre anni consecutivi, ha partecipato al seminario World Press Photo tenutosi in Turchia ed è stato anche docente di Comunicazione all’Università del Galatasaray dal 2003 al 2006. Il suo interesse per la fotografia è iniziato nel 1995 mentre studiava cinema.

mercoledì 10 aprile 2019

Da Riaperture a Fotografia Europea 2019


Chiude “Riaperture”, festival di fotografia di Ferrara, giunto alla sua terza edizione e apre “Fotografia Europea” che si svolgerà a Reggio Emilia il prossimo fine settimana. Per gli appassionati della "camera obscura" dunque gli appuntamenti non mancano.
Ferrara ha chiuso lo scorso fine settimana i suoi due weekend di festival con un bel risultato: 4800 visitatori di cui il 50% provenienti da fuori città. Il festival si chiama “Riaperture” perché ha proprio la caratteristica di riaprire al pubblico luoghi che sono normalmente chiusi al pubblico o perché non sono più utilizzati o perché necessitano di interventi di restauro come la ex caserma dei Vigili del Fuoco, diventata oggi “Factory Grisù”, la ex caserma militare “Pozzuolo del Friuli” ed ancora
Palazzo Prosperi e Palazzo Massari. Luoghi da scoprire e da riscoprire che hanno accolto le

venerdì 8 marzo 2019

Post atomic project 1

Avevo preso queste maschere per utilizzarle per la realizzazione di qualche set in stile post atomico ... avevo fatto anche qualche disegno per immaginarmi la scena ... ma non avevo ancora una idea ben precisa del posto dove andare ecc...  poi  un pomeriggio grazie ad Alessandra e Diego  abbiamo improvvisato un set e le abbiamo utilizzate ... l'idea iniziale era quella di  andare agli "Aerei" che ultimamente sono tornati in voga tra gli urbexer, tanto in voga. Troppo in voga! Perché gli ultimi che ci sono andati (proprio il giorno prima che avevamo deciso di andarci noi), hanno fatto suonare l'allarme ed a quanto pare hanno richiamato sul posto Carabinieri, Civis, proprietari del locale ... mancava solo l'esercito ... così abbiamo trovato questo vecchio locomotore a fare che ci ha fatto da sfondo per le foto ... mentre per la seconda parte dello shooting abbiamo utilizzato un capannone di una ex fabbrica di cui ho già parlato qui nel blog e che spero di utilizzare ancora per altri set... (considerato anche il fatto che l'ex psichiatrico è in mano alla famosa associazione che ben si conosce)



martedì 19 febbraio 2019

Il Castello del Gigante

Ho avuto modo di ritornare dopo alcuni anni al "Castello del gigante", chiamato così perché in una stanza c'è la riproduzione in grandi dimensioni di una famosa opera d'arte. Si tratta di un castello in parte crollato e la caratteristica più fotografata è la montagna che si è venuta a creare dalle macerie crollate di due piani, il tetto ed il primo piano. Al piano terreno si è formato un cumulo di pietre sopra il quale un urbexer ha pensato di posizionare una poltrona, rendendo lo scenario qualcosa di surreale, immaginifico. Tutto intorno i muri con la carta da pareti azzurra e le finestre con le tende. 

sabato 9 febbraio 2019

La villa del dottore


Nel gergo urbexaro è conosciuta con diversi nomi: La villa del dottore, la villa del divano verde o ancora la villa dei pavoni. C'ero stato alcuni anni fa ma era chiusa. Sigillata ermeticamente. Adesso è accessibile. E anche il giorno che ci siamo tornati noi era frequentata da urbex e visitatori occasionali. 
E' chiamata villa del divano verde perché al piano nobile c'è un grande salone con al centro un divano verde rotondo. Si chiama villa dei Pavoni perché nel giardino della villa, quelli li avevo visti la volta scorsa, ci sono due bellissimi esemplari di questo uccello. E la chiamano appunto la villa del dottore perchè chi vi abitava era un medico e infatti nella soffitta ci sono delle ossa che probabilmente erano utilizzate per motivi di studio dal medico.

Menu - Pages