mercoledì 25 giugno 2014

Ritorno per una esplorazione quasi completa

Ci sono stato... altre due volte. La prima con un mio amico la seconda con una amica. Per fare foto di ritratto. Questa volta altri due miei amici anche loro appassionati di esplorazione urbana, una malattia piuttosto contagiosa da quello che noto soprattutto sui gruppi in Facebook.. questi due amici dicevo, mi hanno chiesto se li accompagnavo a visitare questo posto e così ci sono tornato molto volentieri .. treno .. poi vaporetto.. poi a piedi con tanto di cavalletto in mano o appoggiato in barca qua e là... un panino al chioso e poi via andare!!



sabato 14 giugno 2014

Maci e Pantani e... Pastonesi

Adesso non è che voglio trasformare questo blog in un blog di cronaca. Scrivo solo con il pretesto di mettere qui qualche foto di ieri sera quando in piazza a Rovigo c'è stata la presentazione di due libri: uno su Maci Battaglini e l'altro su Pantani. Scritti entrambi da Marco Pastonesi. Pastonesi è un giornalista della Gazzetta dello Sport che scrive di Ciclismo e che se potesse scriverebbe sicuramente di più di rugby rispetto a quello che gli lasciano scrivere. Così quando può scrive dei libri.
Pantani lo conoscono tutti in tutto il mondo. Battaglini lo conoscono tutti nel mondo del rugby. Pastonesi quando racconta è come se stesse scrivendo e tu quando lo ascolti è come se stessi leggendo un libro. Così è stato anche ieri sera nell'incontro organizzato da Enrica Quaglio intitolato  "Da Maci a Pantani, storie rotonde e ovali"davanti alla Mondadori in piazza Vittorio Emanuele.
Per parlare di Maci Battaglini e di Marco Pantani, Pastonesi prende il giro in largo, prima fa un giro in Burkina Faso, dove si corre la corsa ciclistica che lui ama di più: perchè è un ciclismo povero, sgangherato come le biciclette che i corridori usano per gareggiare. In effetti ci ha scritto anche un libro che io mi sono letto ormai qualche anno fa: "La corsa più pazza del mondo".

Arriva comunque a Rovigo, al Rugby e al ciclismo. Non perde l'occasione per fare il mestiere del giornalista quando intervista Samuele Schiavina, uno che con Pantani ci ha corso, solo che Pantani era quello che lui non era, cioè  uno scalatore e Schiavina era quello che Pantani non era cioè un velocista. Quando iniziavano le salite Pantani era davanti, molto davanti ("una volta ho provato a tenergli dietro ma siamo arrivati a 35 all'ora in salita poi ho detto basta!" ha raccontato Schiavina).  Quando c'erano le volate Schiavina era davanti, Pantani era dietro, molto dietro.
Parla anche di rugby: "I tifosi del rugby e del ciclismo hanno qualcosa in comune, sono gente strana, nel senso che sono partocolari".
Rugby e ciclismo sono due sport completamente diversi, ma secondo Pastonesi c'è qualcosa che sta in mezzo: il ciclocross. "Il libro su Pantani l'ho scritto perchè mi è stato chiesto di farlo, perché Pantani non era uno dei miei - racconta Pastonesi - perché io ho una lista di corridori che amo: sono i gregari, gente che da professionista non ha mai vinto una corsa".
Racconta più aneddoti di ciclismo che di rugby, "perchè il ciclismo ha più storie da raccontare e siccome il mestiere del giornalista è quello di raccogliere storie con il ciclismo ci va a nozze".

A fine serata poi ho preso il libro e gli ho chiesto di farmi una dedica e Marco Pastonesi me l'ha scritta...  Ho anch'io un aneddoto su Pastonesi che ho incontrato ieri ho incontrato per la quarta volta: (La prima  a Rovigo qualche anno fa ad un convegno sul doping, la seconda sempre a Rovigo in occasione della tappa polesana Rovigo-Rovigo della Settimana internazionale Coppi e Bartali nel 2010 e la terza a Mendrisio quando ho seguito i mondiali di ciclismo in sala stampa) ecco quando è venuto a Rovigo  aveva una maglia rossoblù e gli dico: scusa ma hai indossato la maglia a righe orizzontali rossoblù perché sono i colori del rugby Rovigo? e lui: Eh sì certo! Se Pantani era un Dio, Pastonesi è sicurmente un mito!


lunedì 9 giugno 2014

Villadose ritorna al tempo dei romani

Si è svolta questo fino settimana la 19ª edizione del Mercato della Centuriazione Romana di Villadose dedicato a Cesare Ottaviano Augusto a 2000 anni dalla morte. Tantissimi gli appuntamenti in calendario. Il tema di quest'anno è stato "Miti e costellazioni nell'antica Roma". 
 Si è cominciato sabato mattina che è stata dedicata alle scuole con incontri dedicati all'archeologia. Nel pomeriggio c'è stato il raduno dei Gruppi di Rievocazione storica e poi la cerimonia di apertura del mercato romano. 
Alle 21 dopo la cena a base di cibi antichi, ci sono stati gli spettacoli tra cui "Il mito e l'amore Callisto, Issione, Fetonte. E poi vari combattimenti tra gladiatori a cura dell'Associazione SPQR e l'osservazione del cielo a cura del Gruppo Astrofili Polesani. 
Domenica alla mattina si tenuto un interessante convegno di studi in sala Europa a cura di Gav, CeDi Turismo e Cultura e Comune di Villadose. Nel pomeriggio ancora spettacoli con danze, proposte dall'Associazione Danze Antiche di Villadose e i combattimenti, tra cui Legionari contro Celti, a cura dell'Associazione Aes Cranna. Poi c'è stata la sfilata conclusiva con in testa il sindaco di Villadose, Gino Alessio, l'assessore Ilaria Paparella e la consigliera Martina Romagnolo. 
Qui alcune foto che ho realizzato. 



A occhi aperti, il libo di Mario Calabresi



Ho appena finito di leggere il libro di Mario Calabresi "Ad occhi aperti" edito da Contrasto. Un bellissimo regalo che mi hanno fatto i ragazzi del Gruppo di Fotografia. Così stavo leggendo un altro libro di cui magari scriverò più avanti, ma l'ho messo subito da parte e mi sono buttato in picchiata su questo.
Anche perché è un libro di quelli che inizi a leggere ed ogni pagina che leggi scopri qualcosa di interessante, uno di quei libri che leggi con gusto, che vorresti finire subito e allo stesso tempo vorresti non finisse mai.
Calabresi intervista i grandi fotografi, trascinato dalla volontà di sapere come il tale fotografo ha scattato quella foto che lo ha reso famoso, in che condizioni era, cosa lo ha spinto a fare quello scatto.
Calabresi è un direttore di giornale con la sensibilità fotografica, perchè "negli incontri con i fotografi si trovano molte chiavi di lettura del giornalismo" come scrive lui alla fine del libro.
Sono dieci i fotografi che intervista, da Steve Mcurry che fotografa le inondazioni amazzoniche nel 1983 in India e che dice: «quell'anno ho capito che per farcela avrei dovuto entrare nell'acqua lurida, coperta di melma, di rifiuti di animali morti». McCurry che afferma che le sue foto le ha sempre realizzate alla mattina presto o al tramonto, «perchè in quei momenti la luce è migliore», che spiega che «per trovare la luce e le inquadrature giuste servono ore o giorni....In Oriente, soprattutto in India  ho imparato ad aspettare ad avere pazienza»...

lunedì 2 giugno 2014

Nelle dimore rurali abbandonate - Stage 2

Sono tornato a fare foto con L. nella provincia di Verona. Individuiamo una casa abbandonata o almeno così sembra... La costruzione è divisa in due parti una più piccola e più fatiscente e l'altra con delle parti messe a nuovo e comprendente anche una stalla ed un fienile. Scegliamo di scattare nella parte più diroccata ovviamente. L'accesso è bloccato da un cancelletto di ferro messo al posto della porta di ingresso, ma si apre con estrema facilità.
All'interno un caminetto distrutto dai vandali probabilmente. Al centro della stanza una vecchia botte di legno, pietre, ragnatele, muri scrostati, travi in legno, lampadari arrugginiti. Insomma c'è tutto si può iniziare a scattare. Gli scatti sono tutti a luce naturale... Scatto un po' di foto con il 24-105 montato sulla Canon 6D. La uso da poco ma è una macchina che mi soddisfa perchè anche scattando ad Iso elevati il rumore digitale è sempre molto contenuto. In alternativa a questo obiettivo ho utilizzato il 50mm f. 1.8 che ha una notevole luminostità, ma usandolo a tutta apertura è un attimo cannare la sfocatura... Avrei voluto scattare con i trigger photix che ho acquistato da poco ma avevo pensato di farlo per le foto in esterno. Se non che ad un certo punto è arriato il propietario della casa e giustamente ci ha rotto un po' le scatole perchè eravamo entrati senza il suo permesso. Pur essendo stato alla fine piuttosto gentile, concedendoci di continuare a scattare, non ero più rilassato e disinvolto come all'inizio, anche perchè lui è rimasto lì a togliere le erbacce e a zappare, pertanto mi sentivo un po' imbarazzato. Va beh alla fine qualcosa di buono sono riuscito a fare. In post produzione ho fatto qualche effetto con Camera raw, mettendo in pratica qualche effetto, tratto da un tutorial su come realizzare l'effetto "Dave Hill"



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