sabato 14 giugno 2014

Maci e Pantani e... Pastonesi

Adesso non è che voglio trasformare questo blog in un blog di cronaca. Scrivo solo con il pretesto di mettere qui qualche foto di ieri sera quando in piazza a Rovigo c'è stata la presentazione di due libri: uno su Maci Battaglini e l'altro su Pantani. Scritti entrambi da Marco Pastonesi. Pastonesi è un giornalista della Gazzetta dello Sport che scrive di Ciclismo e che se potesse scriverebbe sicuramente di più di rugby rispetto a quello che gli lasciano scrivere. Così quando può scrive dei libri.
Pantani lo conoscono tutti in tutto il mondo. Battaglini lo conoscono tutti nel mondo del rugby. Pastonesi quando racconta è come se stesse scrivendo e tu quando lo ascolti è come se stessi leggendo un libro. Così è stato anche ieri sera nell'incontro organizzato da Enrica Quaglio intitolato  "Da Maci a Pantani, storie rotonde e ovali"davanti alla Mondadori in piazza Vittorio Emanuele.
Per parlare di Maci Battaglini e di Marco Pantani, Pastonesi prende il giro in largo, prima fa un giro in Burkina Faso, dove si corre la corsa ciclistica che lui ama di più: perchè è un ciclismo povero, sgangherato come le biciclette che i corridori usano per gareggiare. In effetti ci ha scritto anche un libro che io mi sono letto ormai qualche anno fa: "La corsa più pazza del mondo".

Arriva comunque a Rovigo, al Rugby e al ciclismo. Non perde l'occasione per fare il mestiere del giornalista quando intervista Samuele Schiavina, uno che con Pantani ci ha corso, solo che Pantani era quello che lui non era, cioè  uno scalatore e Schiavina era quello che Pantani non era cioè un velocista. Quando iniziavano le salite Pantani era davanti, molto davanti ("una volta ho provato a tenergli dietro ma siamo arrivati a 35 all'ora in salita poi ho detto basta!" ha raccontato Schiavina).  Quando c'erano le volate Schiavina era davanti, Pantani era dietro, molto dietro.
Parla anche di rugby: "I tifosi del rugby e del ciclismo hanno qualcosa in comune, sono gente strana, nel senso che sono partocolari".
Rugby e ciclismo sono due sport completamente diversi, ma secondo Pastonesi c'è qualcosa che sta in mezzo: il ciclocross. "Il libro su Pantani l'ho scritto perchè mi è stato chiesto di farlo, perché Pantani non era uno dei miei - racconta Pastonesi - perché io ho una lista di corridori che amo: sono i gregari, gente che da professionista non ha mai vinto una corsa".
Racconta più aneddoti di ciclismo che di rugby, "perchè il ciclismo ha più storie da raccontare e siccome il mestiere del giornalista è quello di raccogliere storie con il ciclismo ci va a nozze".

A fine serata poi ho preso il libro e gli ho chiesto di farmi una dedica e Marco Pastonesi me l'ha scritta...  Ho anch'io un aneddoto su Pastonesi che ho incontrato ieri ho incontrato per la quarta volta: (La prima  a Rovigo qualche anno fa ad un convegno sul doping, la seconda sempre a Rovigo in occasione della tappa polesana Rovigo-Rovigo della Settimana internazionale Coppi e Bartali nel 2010 e la terza a Mendrisio quando ho seguito i mondiali di ciclismo in sala stampa) ecco quando è venuto a Rovigo  aveva una maglia rossoblù e gli dico: scusa ma hai indossato la maglia a righe orizzontali rossoblù perché sono i colori del rugby Rovigo? e lui: Eh sì certo! Se Pantani era un Dio, Pastonesi è sicurmente un mito!





Qui sopra Pastonesi con Samuele Schiavina ex corridore professionista con la Carrera 





Qui sopra l'intervento del sindaco Bruno Piva, sotto la copertina del libro su Pantani



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