domenica 29 dicembre 2013

Come back to Consonno



A Consonno è sempre festa! Chi viene a Consonno vive di più! Questo si leggeva sui cartelli ancora posti all'ingresso del paese. Io ci sono andato ieri per la seconda volta e non li ho fotografati. Anche questo è un record. Perché mentre i miei due compagni di esplorazione stavano sulla strada che arriva da sotto, io stavo sotto i portici a farmi degli autoscatti, preso da una smania mista di protagonismo, opportunismo e fantasia. Perché se c'è un posto a cui sono più affezionato di quel posto è quel portico che rischia di crollarmi addosso.
Adesso Consonno è la festa degli esploratori urbani. Il posto abbandonato per eccellenza che non può mancare nel portfolio del "buon esploratore". L'emblema dell'abbandono. Un po' come la figurina di Platinì nell'album dei calciatori Panini. Un luogo culto. Il sogno proibito per tanti ragazzi. Nel sogno del conte Bagno le cose però dovevano andare diversamente. Doveva essere la Las Vegas della Brianza e invece è diventata la Silent Hill della Brianza. Doveva essere il paese dei balocchi che diventava realtà e invece i blocchi di ghiaia e di terra hanno fatto l'effetto di una sveglia alla mattina presto che ti riporta ad un'altra realtà ben più amara. 

domenica 22 dicembre 2013

Quella villa sulla collina

Questa volta non è un posto abbandonato che andiamo a visitare, ma un castello incantato (che significa sorto per magia). Eh sì è proprio magica Villa Draghi e lo è ancor più in questi giorni di festa, quando un tappeto di lampadine ti accompagna lungo il percorso in mezzo al bosco di Montegrotto, un tocco in più ad uno scenario già fiabesco di suo, con alberi senza rami o dalle forme attorcigliate, rocche che spuntano solitarie nella nebbia, fumo termale che sale da ogni scolo e da ogni tombino. Questa villa si trova su un promontorio ad una altezza di circa 270 metri. La struttura architettonica originaria sul finire del Cinquecento era molto diversa: l’area sulla quale oggi è ubicata la villa, era occupata da una grande casa dominicale appartenuta a Elena Capodivacca, nobile padovana e nipote di Bartolomeo Capodivacca che nel 1577 fece restaurare i bagni termali a San Pietro Montagnon.Nel 1583, Elena andò in sposa ad Annibale Pimbiolo. Nel 1669 la casa dominicale fu acquistata dal nuovo proprietario: Alvise Lucadello, gentiluomo veneziano, che ampliò l’edificio con nuove fabbriche.Morto Pietro Scapin, la villa fu ereditata dalla nipote Elisabetta Valtorta, moglie di Giovanni Draghi. Di quest’ultima famiglia che l’abitò, la villa conserva ancora oggi il nome. Dopo la morte, avvenuta nel 1967, dell’ultima delle sorelle Draghi, la villa ebbe diversi passaggi di proprietà fino al 1972 anno in cui passò al Comune di Montegrotto. 



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