domenica 27 luglio 2014

Una Villa da Divina Commedia



Passando lungo la statale adriatica ha attirato la nostra attenzione così, in un giorno stranamente assolato di questa estate uggiosa, decidiamo di andarla a visitare, è una villa? un castello? Certamente una costruzione affascinante, è abitata? E' abbandonata? Ne scopriamo l'entrata in fondo ad una strada larga e alberata. C'è un cancello chiuso ed un cartello che già ci fa capire qualcosa: visitabile tutti i giorni chiamando il numero.... quindi è chiusa ma può essere anche aperta. 
Dietro al cancello compare un signore  signore, un custode ma più tardi avremmo scoperto che non è lì per custodire la villa ma un altro stabile, l'ex sede dell'Inps, inattiva dal 1994, pure quella abbandonata ma non del tutto. 
Telefoniamo al numero indicato e la guida (Stefano) ci dice che ci raggiungerà entro cinque minuti. Arriva e ci apre un portone laterale. 



Inizia la nostra esplorazione, tra gli alberi secolari ed un grande rumore di cicale del tardo pomeriggio. Ci spiegano che la villa è stata messa all'asta da alcuni anni e finalmente ha un nuovo proprietario (dalla prima asta del 2010 all'ultima del dicembre 2013 il prezzo è sceso da 8 milioni 150 mila euro, poi nel 2012, 6 milioni 113 mila euro, marzo 2013 3 milioni 920 mila e quindi 2 milioni 940 mila). Il nuovo proprietario è l'industriale Adriano Miola, industriale di Monselice. Iniziamo visitando il parco dove ci sono cinque laghetti, il parco è opera di Giuseppe Jappelli, lo stesso che ha progettato il Caffè Pedrocchi di Padova. Ogni laghetto da cui è presente acqua termale ha il nome di un fiume dell'inferno della Divina Commedia, per esempio l'ultimo si chiama Acheronte. 



La Villa invece doveva rappresentare il Paradiso. Siamo d'accordo e pensiamo anche che la scala, con i suoi 143 gradini, opera di Girolamo Albanese (fratello e collaboratore di Givan Battista), a dire il vero rappresenta un buon purgatorio. La villa che sorge sul colle di Sant'Elena è stata iniziata nel 1593 dal marchese Bartolomeo Selvatico ed è stata conclusa nel 1650 dal figlio di Bartolomeo, Benedetto Selvatico, medico padovano. Il piano nobile, di forma a croce romana, accoglie gli affreschi di Luca Ferrari da Reggio, e raccontano il mito di Antenore in quattro episodì: la fuga da Troia, Licaone figlio di Antenore consacra il pugnale ad Apollo in Delfi, la vittoria di Antenore su Valesio re degli Illiri, la fondazione di Padova. Sulle nicchie ai lati sono raffigurate le quattro virtù: (Eloquenza, Benignità, Nobiltà, Prudenza) al centro della sala Alessandro Varotari detto il Padovanino dipinge La Gloria della Famiglia Selvatico, con il serpente che si morde la coda, segno dell'infinito, dell'immortalità... e invece anche loro sono decaduti... al piano superiore si vede l'interno della cupola (che fra l'altro era stata danneggiata da una tromba d'aria nel 1689) dipinta da Lorenzo Bedogni. Rosa dei venti osservando la quale si può capire la direzione del vento senza uscire di casa. Geniale! Poi negli anni la proprietà è passata in varie mani (1814 – Agostino Menghini; 1842 – Conti Von Wimpffen; 1901 - Angelo Emo Capodilista e la moglie Emilia; 1990 Giampaolo Sartori) fino appunto alla famiglia Miola. 
Come ricorda una lapide posta sulla facciata, nel 1918 la villa accolse Re Alberto I del Belgio e in quella occasione Re Umberto conobbe Maria Josè che era al seguito del Re del Belgio, infatti il quartier generale dei Savoia con Re Vittorio Emanuele III, era al castello de Lispida sempre a Battaglia Terme. 
Negli anni scorsi avava ospitato anche banchetti di matrimonio e personaggi famosi, come Demi Moore ed il ballerino spagnolo Joaquin Cortes. L'anno scorso il regista Carlo Mazzacurati ci ha girato all'interno qualche scena del suo ultimo film "La sedia della felicità". 
All'esterno si nota l'oratorio dedicato a Sant'Elena. Poi tra la ricca vegetazione anche molte piante di oleandro, che ho scoperto essere piante velenose. 
Tornando al parco esterno, si nota come di abbandonato non ci sia solo la Villa ma anche il parco dell'Inps per i cui approfondimenti vi lascio a questo interessante articolo tratto da Tuttocronaca.









Il piano superiore con il pavimento in cotto originale, qui sotto la scalinata vista dall'alto con lo stemma a otto punte simbolo dei Selvatico. 



La facciata ovest che dà sull'oratorio


L'oratorio privato... 


3 commenti:

  1. Cronaca dettagliata e puntuale della tua esplorazione da vero professionista,complimenti Roberto��

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  2. Grazie mille ragazzi per fortuna ci siete voi che mi sostenete :-)

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