"Villa Baldi cade a pezzi", titola un articolo su internet.... Lo leggo e penso che in fondo è una delle tante ville che cadono a pezzi.... Tutto il mondo è paese. Tutto il Belpaese è pieno di ville che diventano brutte al punto da: cadere a pezzi. Appunto.
Questa volta capitiamo in Toscana, a Pistoia e ingrandendo ancora di più con le dita google maps individuiamo Agliana e ingrandendo ancora di più scopriamo Località Ferruccia.
Una località che, come si legge sempre su internet, gravitava attorno a questa fattoria, nei tempi in cui i nobili vivevano veramente da nobili e il popolo viveva veramente ...male.
Ci arriviamo in un giorno in cui siamo andati in Toscana per vedere principalmente un'altra villa a Borgo a Buggiano, ma di questa parlerò prossimamente.... perchè villa Baldi ha la precedenza, perchè è veramente messa male ... e a noi piacciono quelle messe male.
Ci arriviamo in un giorno in cui piove a dirotto, dopo avere scavalcato gli Appennini coi tergicristalli sempre accesi....
Ci arriviamo per caso, in compagnia di un fotografo italo-francese amico di Berengo Gardin (Bruno Carbone che ha curato per lui una antologia dei suoi libri come ci spiegherà poi al bar attorno ad un caffè) e tre ragazzi di Torino, anche loro appassionati di posti abbandonati.... entriamo (dell'esterno ho scattato ben poco viste le condizioni del tempo.... ) e subito notiamo delle frecce dipinte di nero... che indicano la via da seguire, quasi fossimo dentro ad un percorso guidato, una specie di giostra della paura visto l'oscurità e visto che ci sono un sacco di stanze, stanzette, cunicoli, una specie di grande labirinto...
Al pianterreno si trova una cappella di cui è rimasto solo l'altarino semidistrutto e due finestre ad arco acuto .... procediamo... Più si salgono i piani di questa villa e più diventa affascinante, al piano nobile, c'è ancora un bel salone grande, poi si salgono ancora delle scale che sono piene di guano dei piccioni. Mentre si saliamo i gradini vediamo che il grande affresco, sul soffitto del vano scala è ridotto piuttosto male dall'umidità... arrivati sopra si accede ad un'altro bel salone con un grande affresco, dai colori vivaci, sempre a decoro del soffitto.... Penso che questa villa settecentesca sta veramente cadendo a pezzi e mi impegno a fotografare questo affresco perchè è molto bello e probabilmente andrà perso se non si procederà con il recupero immediato.
Un po' di storia:
In internet si legge: "L'ultimo proprietario della fattoria è stato Bartolomeo Baldi, detto il "padron Meo". Dopo la sua morte, agli inizi degli anni Sessanta, la Villa cessò la sua attività di fattoria e di punto di riferimento cittadino. Dopo di lui passò in eredità alla famiglia Betti di Olmi: prima di Piero, erede diretto, e poi del figlio Paolo. I Betti tennero la Villa fino agli anni Ottanta. In questo periodo Villa Baldi era abitata da una persona di fiducia della famiglia, che curava l'edificio, impedendone il decadimento. Di fatto, però, l'attività di fattoria non veniva più svolta. Negli anni Ottanta, poi, Villa Baldi fu acquistata dalla famiglia Magnolfi di Prato, che iniziò a risistemarla facendo felici i ferrucciani, che videro rifiorire, anche se soltanto da un punto di vista estetico, la Villa. Nel 2000, poi, venne venduta nuovamente, alla famiglia La Greca, che dovrebbe essere ancora proprietaria di Villa Baldi. Adesso la villa è abbandonata a se stessa e rischia di perdere le ricchezze che custodisce all'interno»" . Nella casa c'è anche la famosa "stanza dello scrittoio" dove il fattore riceveva i contadini e faceva da intermediario con il proprietario terriero. Il fattore parlava da una specie di scrittorio, molto alto e imponente, che rimarcava la sua superiorità rispetto alla schiera di contadini che lo ascoltavano dal basso. La Villa si affaccia su un giardino all'italiana su cui insiste anche la limonaia. Sull'edificio più alto, inoltre, sorge una torretta. «Sembra che da qui il fattore potesse dominare con lo sguardo tutti i poderi di proprietà della Villa Baldi che si estendevano ad Agliana e lungo l'Ombrone. Il contesto socio-economico in cui nasce la Villa è quello caratterizzato dalla mezzadria: quasi tutti i contadini abitavano nelle case e sulle terre del proprietario terriero, verso il quale avevano una serie di obblighi. Nel 1830, nella comunità aglianese erano presenti 236 piccoli proprietari, che avevano appezzamenti di terra inferiori ai 5 ettari. In compenso, però, c'erano cinque grandi latifondisti proprietari di terreni per più di 50 ettari a testa".
Considerazione di giornata: "I vandali fanno danni ma aprono le porte ai fotografi esploratori"... si limitassero ad aprire buchi senza sfasciare quello che c'è dentro, sarebbe il massimo"
Questo qui sotto l'affresco posto sul soffitto della scala con la rappresentazione,
molto probabilmente dell'Aurora.
Qui sotto invece l'affresco del soffitto della stanza che vedete in alto,
e che rappresenta il Sacrificio di Salomone
Conclusione della giornata al Blu Bar di Ferruccia.... ragazzi che giocano al bigliardino, signora che fa le pulizie e noi sei urbex che ordiniamo cinque caffè ed un the caldo .... e il signore francesce che ci mostra le foto che ha fatto in giro per l'Italia a visitare posti abbandonati... "Quello che fotograficamente è interessante è quello che cambia nel tempo" mi dice ... ed è la frase che mi segnerò sul quaderno degli appunti...
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