lunedì 25 novembre 2013

Fin sulla vetta della torre antica


Una domenica pomeriggio di sole e di freddo ma non ancora gelido. Due fotografi appassionati di luoghi dimenticati e altri due amici, anche loro con il gusto delle cose misteriose che misteriosamente sono state abbandonate al loro destino, decidono di partire. Destinazione Abano Terme, più precisamente Giarre un piccola località che anche il gps stenta a individuare. Eppure è stato un pezzo importante della storia patavina attorno ai colli euganei, nella zona termale. Si arriva si parcheggia ed inizia l’esplorazione. 








Sul lato sotto la strada che costeggia il canale Battaglia c’è un piccolo cancello quasi chiuso e quasi aperto. Decidiamo di entrare. Via! La torretta è la cosa più affascinante ed attira subito le nostre foto. Ci sono scale a penzoloni che ti aspetti possano cadere da un momento all'altro. Balconi di legno chiusi, semichiusi o aperti. Ma è lo stesso perchè qui non c'è nessuna intimità da nascondere. 
Nella parte posteriore la villa è brutta forte! 



Dentro, i solai non esistono più, in certi punti della casa non capisci più se sei all’esterno o all’interno, perché alzi gli occhi e vedi rami e mattoni che si mescolano e si intrecciano. Una vasca da bagno è là in alto, sostenuta da un “cristo” di ferro e in bilico. Meglio non andarci troppo sotto… però troviamo l’accesso alle scale. 





Proviamo a salire. Queste sono di pietra e resistono. Che forte! Che brivido! Eppure deve essere stata proprio bella questa villa una volta! 









Le barchesse esterne invece non le visitiamo perché quella parte del complesso è quasi disabitato ma è anche quasi abitato… E’ il tramonto, ci concentriamo sul capitello esterno. E laggiù un sole bello ma debole sta per tramontare giocando a nascondino con gli alberi.




Ultimi scatti e poi andiamo via. L’ultimo è per la luna rimasta sola nel cielo. Già la sera si avvicina e da lassù in cima alla torre deve essere stata una sera bellissima da vedere tanti anni fa.

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Pubblicare delle foto senza saperne di più su questa costruzione non mi andava. Volevo saperne un po’ di più così ho cercato in internet ma non si trova molto. Così qualcuno mi ha dato qualche dritta ed ho scoperto che era stata fatta una tesi, intitolata “Ipotesi di riuso di ex Villa Sgaravatti”, una tesi di architettura scritta nel 1997-98 (corso di laurea in architettura, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia) da Roberta Patt, con Elsabetta Taramelli Calore e Cosetta Tosetto, custodita presso l’Archivio di Stato di Padova. (n. 134). Dalla tesi, che mirava a utilizzare la villa per farne una scuola per operatori termali, ho tratto le seguenti informazioni storiche che ora condivido con voi:

Nel 1300 appare nella zona termale la famiglia Dondi con Isacco, (Il figlio Jacopo fu il costruttore del primo orologio di Padova, per questo al loro cognome venne aggiunto l’appellativo Dell’Orologio) che fa edificare un ospedale termale Santa Maria di Montaon. Nel 1379 Giovanni Dondi dell’Orologio lascia un testamento a favore dei poveri della città.
Nel 1523 Girolamo da Urbino riceve tramite permuta con Francesco Tolenis che abitava a Giarre, un appezzamento di terreno. Il figlio di Girolamo da Urbino, Bernardino, sposa nel 1533 la figlia di Gaspare Dondi, Margherita.
 La data probabile di costruzione della villa in quell’appezzamento di Giarre, è molto probabilmente il 1552, data che appare anche sulla facciata della villa. Nel 1570 Bernardino da Urbino fa testamento lasciando la proprietà ai figli della sorella Francesca Dondi dell’Orologio. Nel 1615 la villa risulta di proprietà di Baldassarre e Francesco Dondi, rispettivamente uno dei figli di Lucrezia e il loro nipote, figlio di Girolamo. Nel 1668 dal censimento la villa appare di proprietà di Carlo Dondi, figlio di Francesco (precedente proprietario).
Nel 1704 diveta proprietario della villa, Antonio Dondi, nipote di Carlo. Nel 1762 appaiono i nomi dei marchesi Scipione e il Rev. Canonico Francesco Dondi, rispettivamente fratello e figlio di Antonio Dondi.
Nel 1783 il marchese Franscesco Antonio Carlo Dondi fa edificare l’oratorio in onore della Beata Vergine Maria e fa costruire la seconda parte della villa. La data è riportata in questa lapide sulla facciata: 



Nel 1792 il marchese Antonio Carlo, per conto dei marchesi Scipione e Mons. Francesco (che erano fratelli) diventa proprietario della villa.
Dal catasto napoleonico, nel 1808 risulta proprietario Scipione Orologio, figlio di Gaspare.
Nel 1846 dal catasto austriaco e austro-italiano, si evince che il proprietario è Scipione Rinaldo Dondi ma è amministrata dal figlio Francesco. Dal mappale risulta l’edificazione della colombaia di stile neogotico veneziano, la casetta di fianco la villa e un altro edificio vicino alla colombaia che non esiste più ma che si vede dalla foto storiche.
Nel 1900 Dal catasto italiano risulta che la villa passa in proprietà a Maurizio Wollemburg figlio di Giuseppe. Il passaggio tra le due famiglie non è chiaro come sia avvenuto. Nel catasto appare di loro possesso la “casa di villeggiatura e l’oratorio privato”. Il 10 novembre del 1920 risulta l’atto di compravendita da parte di Vittorio Sgaravatti figlio di Antonio. Resterà di proprietà degli Sgaravatti che la adibirono a vivaio, la fino alla fine degli anni ’80. Attualmente (1997) la proprietà è del sig. Pavan.
La torretta si presume sia stata costruita in epoche diverse: la parte contenente la scala termina con un cornicione che riproduce esattamente quello della edificazione settecentesca, mentre quella superiore per tipologia delle scale esterne, le ringhiere ed il belvedere, la si può inquadrare nell’ottocento romanico.
L’interno della villa ha subito rilevanti rimaneggiamenti fino ai primi del ‘900 (inseriti i bagni, i locali di servizio) è stata edificata la scala ad est  e sono state tamponate alcune finestre La facciata a nord è priva di intonaco perché è stata rimossa un’edera che in passato copriva completamente la muratura. E’ stata abitata fino a 60 anni fa. . Il primo incendio risale al 1988. Poi ci sono stati altri due tentativi di incendio. 
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Però avrei voluto sapere meglio perché è stata costruita la torre, era un appassionato di astronomia forse? O solo per vedere il panorama? Mah... 

5 commenti:

  1. Da anni questo rudere mi affascina, ed in particolare la torretta di cui non capisco l'utilità.
    Anch'io ho fatto alcune foto.
    Grazie per le informazioni riportate.

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  2. Grazie a te! E grazie per la visita. Anch'io speravo di capire meglio che funzione avesse questa torre ... mah..

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  3. Villa Sgaravatti in totale abbandono: che si aspetta ad avviarne il recupero? Un esempio, vergognoso, di incuria. Oltretutto, tale esempio è sotto agli occhi di tutti. Ogni cicloturista che è di passaggio può ammirare questo esempio di indifferenza, ovvero di nuova barbarie..

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  4. Buonasera! Io sarei interessata a sapere chi sia il proprietario odierno. Qualcuno lo sa?

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    1. Salve Denise, purtroppo non so risponderle, bisognerebbe sentire in Catasto o all'Ufficio Tecnico Comunale.

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