martedì 21 ottobre 2014

Quando si abitava nella golena del fiume...


Case lasciate, svuotate, abbandonate perchè qui non si poteva più stare, non conveniva più abitare... chi abitava in golena, una volta, aveva anche una barca al primo piano della propria abitazione, perchè quando le acque del fiume si alzavano e poi strabordavano, e poi entravano al pian terreno, bisognava fare solo una cosa: salire sulla barca ed allontanarsi, lasciando lì quel poco che si possedeva... per poi farvi ritorno una volta che il fiume avrebbe battuto in ritirata...
Adesso una strada piuttosto fangosa e a tratti impraticabile con le automobili e che quindi decidiamo di percorrere a piedi, si infila tra i pioppeti che caratterizzano questo ampio lembo di terra che ancora oggi assolve la sua funzione di contenimento delle acque quando il fiume è in piena.
E ci accompagna a vedere gli scheletri di queste case, tra le quali, ad un certo punto si incontra struttura lignea creata per gli amanti del birdwatching. Un vecchio bar dove forse un tempo la gente si trovava, uno di quello con i bagni all'esterno.. e che adesso ha il pavimento di fango. 
Qui il tempo sembra essersi fermato e camminando si è colti da un silenzio irreale disturbato solo dal rumore del vento che muove le foglie. Dalle finestre ai piani superiori delle case  sembra che la natura abbia steso  lunghissimi tappeti di erba. E che poi in questo luogo avvolto di mistero... sembra sia proprio qui che è venuto Lovecraft o che proprio qui abbia immaginato di esserci venuto e che proprio qui abbia pensato di incontrare uomini anfibio, gli uomini-uccello e cose così.. E adesso troviamo qualche scritta, qualche graffito.... si andrebbe ancora più avanti, sotto l'argine ma noi per questa volta ci fermiamo qui.

domenica 5 ottobre 2014

Il cimitero cancellato dal tempo


Più che abbandonato direi cancellato. O quasi. Perchè di questo cimitero, sepolto dalla vegetazione, da fuori non si vede quasi più niente, solo alberi erbacce, sterpaglie, rovi e spine, che ultimamente lasciano spesso la testimonianza del loro passaggio sulle mie braccia e gambe.. (e mi raccomando sempre di andare con le scarpe pesanti dopo esserci stato....)  Questo posto dicevo anche se sai dove si trova non lo sai così di preciso perché per vederlo bisogna arrivarci dentro immergendosi tra questi rami spinosi e poco invitanti.. Una volta dentro, le tombe non si distinguono più perché madre natura ha fatto bene il suo lavoro, cancellando, con il suo esercito di vermi e batteri, di umidità, e muschio, piogge e venti, le  fotografie e le  scritte sulle lapidi, comecon la gomma si cancellano i segni di matita su un foglio di carta. 

Così distingui a malapena i pezzi di marmo, quello che mi sconvolge di tutto questi è che c'è rimasta un'unica lapide ancora in piedi, con la foto della persona ritratta ancora piuttosto nitida... chissà perché ... e la seconda cosa che mi stupisce è che alcune lapidi riportando date che non sono poi più lontane di 60 anni fa.... in pochissimo tempo l'incuria dell'uomo ha lasciato via libera al deterioramento assoluto di questo luogo che sta per diventare sempre più un "non luogo". Quello che deve essere il luogo della memoria, della conservazione del ricordo è stato dimenticato... 
Tante di queste erano tombe di bambini... poi si arriva in fondo e si vede un'ossario sul quale sono state asportate delle pietre ed è stato creato un foro attraverso il quale  con l'ausilio di una torcia riusciamo ad illuminare le ossa al suo interno.
Devo dire che fra tutti i posti che ho visitato questo è quello che mi ha impressionato di più e che mi ha fatto notare quanto siamo effimeri ed anche ciò che dovrebbe restare a testimonianza del nostro vissuto, come una lapide in un cimitero, può scomparire come una foglia che cade nel terreno e da esso in breve tempo viene consumata, inghiottita, cancellata appunto. 

giovedì 25 settembre 2014

Come se fossi stato in sella con Bettinelli

Ho fatto un viaggio. Immaginario... sulla sella della Vespa di Giorgio Bettinelli, un viaggio leggendo le pagine di questo suo libro,  che ho iniziato ad agosto di quest'anno e ho finito oggi..... in realtà questo viaggio, raccontato nel suo libro "In Vespa" edito da Feltrinelli, Bettinelli lo ha fatto tra il 1992 ed il 1993 partendo da Roma per finire a Saigon, dopo 24 mila chilometri fatti di asfalto, sterrato, buche, infortuni, difficoltà, maledizioni, innamoramenti, incontri avuti e mancati.
Il tutto era iniziato per caso quando ricevette in dono una vespa, mentre viveva accampato in un bungalow in Indonesia... anche il mio viaggio nella lettura è iniziato per caso perchè questo libro non l'ho scelto ma mi era stato regalato un'amica lo scorso anno, per il mio compleanno. L'avevo lasciato in parcheggio nella libreria come tanti altri ... poi mi sono deciso di prenderlo in mano...


La fotografia direte, questa volta non c'entra ed invece c'entra perché Bettinelli ha imparato a fotografare i posti che visitava proprio durante questo viaggio e poi ha pubblicato un libro fotografico che vedremo se riuscirò a procurarmi.... anche perchè costa una cifra, non è più stato ristampato ed è rarissimo...  
"In Vespa" è un libro che mi è piaciuto molto, mi ha fatto conoscere un po' dei posti che mi sono totalmente sconosciuti... viaggiare è incontrare persone, conoscere dei posti, restare affascinati e restare talvolta appiedati.....viaggiare avendo una meta è diverso che viaggiare senza avere una meta come testimonia Bettinelli... 

Riporto qui alcune frasi del libro che ho sottolineato strada facendo e pagine voltando.....

" Wayan seppe stupirmi una volta di più con la bellezza del suo carattere, con la gioia genuina che gli nasceva dal vedere la gioia altrui. Avevo già imparato a riconoscere l'amicizia anche da questo: è proprio quando tutto ti va per il verso giusto che un amico vero non è invidioso di te, non gode nel denigrarti non cerca di sminuire agli occhi altrui il tuo benessere, ma ne fa piuttosto un motivo di benessere anche proprio". 

"E' un destino crudele quello di chi ha un'anima ligia al dovere e un cuore fuorilegge"

"Quanto più si è contenti tanto più viene facile e costa poco, essere generosi"

"Ogni persona è una macedonia di segreti, e i suoi mezzi per sopravvivere durante il viaggio, i suoi turbamenti e le sue gioie, tra una manciata d'anni saranno dimenticati da tutti come la sua stessa carne e le sue stesse ossa"  

"Nelle storie d'amore c'è sempre una grande componente di egoismo; ma nelle storie d'amore che ci si nega c'è un egoismo ancora più grande"

Poi come sempre quando finisco di leggere un libro mi dimentico il contenuto. Purtroppo.....

lunedì 15 settembre 2014

Poveglia, i fantasmi e soprattutto i rovi pungenti


L'isola per essere infestata è infestata...ma di erbacce e di rovi pungenti (Rubus ulmifolius), quindi attrezzatevi di pantaloni lunghi e di maglia a maniche lunghe nel caso ci vogliate mettere piede.
Di fantasmi, invece, nemmeno l'ombra, almeno di giorno... L'unica specie "aliena" è rappresentata da qualche turista spinto dalla curiosità o da sparuti gruppetti di esploratori urbani spinti dallo spirito d'avventura o dalla voglia di fotografare.
La nostra destinazione è nota, anche perché è riemersa non dall'acqua, ma dalle nebbie dell'indifferenza popolare per essere stata oggetto di vendita proprio quest'anno da parte dello Stato...  e così da una parte si sono schierati i veneziani (povegliapertutti) pronti a  difenderla con i denti (per non vederla finire nella mani di qualche facoltoso straniero, pronto magari a trasformarla in un albergo a cinque stelle come avvenuto per altre isolette della laguna - qui è possibile acquistare delle quote per sostenere il progetto) e dall'altra un imprenditore italiano che però ha fatto una offerta troppo bassa e quindi il primo round si è concluso con un niente di fatto. Per fortuna!

lunedì 18 agosto 2014

Anche qui non si balla più


Per anni ci sono passato davanti e l'ho sempre vista più o meno così... abbandonata... perché saranno vent'anni ormai che è in queste condizioni. Domenica scorsa in una giornata di sole e piena di macchine che sfrecciavano in Romea dirette alle località balneari, io e il mio compagno d'avventura, abbiamo deciso di entrare. 
Non è stato difficile perchè di porte e portoni, finestre e finestrini, non c'è rimasto niente e questo stabile svela ora tutta la sua interiorità e riservatezza al primo sguardo. 


E' aperto alle intemperie, ai vandali, agli appassionati di Parkour, ai graffitari che ne hanno cercato di ravvivare l'immagine con delle pregevoli opere! E' uno scheletro di discoteca ormai..... Entriamo... e la prima sala la saltiamo senza fare foto ...andiamo direttamente nella seconda più ampia dove.... sorpresa! Incontriamo un signore sui sessant'anni intento a cercare qualcosa...... ci spiega che prima la discoteca si chiamava "Capital", poi "Madrugada" e infine "Naxos".. ci racconta che lui qui ci veniva a ballare e che adesso i vandali si sono portati via tutto ...

giovedì 14 agosto 2014

Ubermensch a Tribano


Ed eccomi reduce ad un altro mega concerto degli Ubermensch, la band tributo ai Rammstein.  Questa volta sono a Tribano in provincia di Padova, dove è stato allestito un grandissimo palco e così la band può dare sfogo a tutte le proprie emozionanti espressioni scenografiche.
La luce durante i concerti è sempre molto aleatoria quindi si cerca di scattare più possibile... La mia macchina tiene bene gli alti Iso quindi posso andare con tempi abbastanza rapidi però i componenti del gruppo  si muovono parecchio sul palco e diventa difficile seguirli .... Inoltre i fan sono numerosissimi sotto il palco e considerata la  nostra poca puntualità ad arrivare unita alla nostra poca propensione a rompere le scatole a chi si sta godendo lo spettacolo, siamo costretti a scattare da angolazioni spesso proibitive e marginali.... Però tutto sommato, in questo modo, siamo anche più liberi di sgattaiolare da una parte all'altra cercando punti di vista diversi...


venerdì 8 agosto 2014

La fornace e la villa


Queste foto sono parte di un progetto, che ho svolto tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013  intitolato "Paesaggio dimenticato" per l'Arci di Rovigo. Assieme al regista Alberto Gambato, abbiamo anche realizzato delle interviste ai lavoratori della fornace, oggi tutti ultraottantenni che ci hanno dato la loro preziosa testimonianza. Le foto si riferiscono alla Fornace Totti di Villanova Marchesana, situate nell'area golenale del Po, ancora ben visibili dalla strada Eridania.
Come riportato dalla rivista Ventaglio90 la fornace "Rappresenta la testimonianza concreta di un’attività aziendale che per lunghi anni ha consentito ai comuni rivieraschi del Po di integrare la precaria economia agricola con l’occupazione di molti lavoratori stagionali che nei periodi di punta potevano raggiungere le 300 unità. Si tratta delle fornaci della famiglia Totti, opportunamente costruite lungo il corso del Po per impiegare la preziosa argilla ricavata dal fiume. Realizzate negli ultimi anni del 1800 e nella prima metà del secolo scorso, hanno caratterizzato un’epoca in cui nel settore edilizio si faceva larghissimo impiego del classico laterizio cotto in forno". Nella foto in alto si vede come la facciata sia crollata probabilmente a seguito del terremoto del 2012. Nella foto sottostante invece si vede la fornace lateralmente.

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