lunedì 15 settembre 2014

Poveglia, i fantasmi e soprattutto i rovi pungenti


L'isola per essere infestata è infestata...ma di erbacce e di rovi pungenti (Rubus ulmifolius), quindi attrezzatevi di pantaloni lunghi e di maglia a maniche lunghe nel caso ci vogliate mettere piede.
Di fantasmi, invece, nemmeno l'ombra, almeno di giorno... L'unica specie "aliena" è rappresentata da qualche turista spinto dalla curiosità o da sparuti gruppetti di esploratori urbani spinti dallo spirito d'avventura o dalla voglia di fotografare.
La nostra destinazione è nota, anche perché è riemersa non dall'acqua, ma dalle nebbie dell'indifferenza popolare per essere stata oggetto di vendita proprio quest'anno da parte dello Stato...  e così da una parte si sono schierati i veneziani (povegliapertutti) pronti a  difenderla con i denti (per non vederla finire nella mani di qualche facoltoso straniero, pronto magari a trasformarla in un albergo a cinque stelle come avvenuto per altre isolette della laguna - qui è possibile acquistare delle quote per sostenere il progetto) e dall'altra un imprenditore italiano che però ha fatto una offerta troppo bassa e quindi il primo round si è concluso con un niente di fatto. Per fortuna!
Di spunti storici, dove molto spesso, storia e leggenda si intrecciano, sul web, se ne trovano parecchi. Però per dare un fondamento culturale alla nostra esplorazione, ci piace raccontare che è stata un baluardo difensivo durante la guerra di Chioggia (tra Venezia e Genova, tra il 1378 ed il 1381) e venne conquistata dall'ammiraglio genovese Pietro Doria. Tutti gli abitanti furono costretti ad abbandonare l'isola pur conservando le loro proprietà. Più tardi ed è qui che la storia diventa leggenda, accolse ammalati di peste, o anche solo persone sospettate di essere vittima di contagio, portate qui e lasciate morire.


Il campanile era quello di una antica pieve, distrutta in età napoleonica, e risparmiato solo per essere utilizzato come faro. 
Gli edifici vennero utilizzati come ospedale geriatrico ma a quanto pare, ed è qui che la leggenda si interseca di nuovo con la storia, era attivo anche un padiglione psichiatrico, (testimoniato dalla scritta "Reparto Psichiatria" anche qui riportata) dove si racconta che di notte, le persone venivano tormentate nel sonno dalle anime degli appestati e dove pare operasse un medico un po' sadico, con il gusto di lobotomizzare i suoi pazienti e che alla fine si è suicidato, preso dal rimorso, gettandosi proprio dal campanile. 


L'ottagono a sud dell'isola, dove sono presenti reti da pesca 


Anche qui, come in molti altri luoghi abbandonati, si cammina in spazi che ci sono e non ci sono, in luoghi dove ti sembra di entrare e invece ti accorgi di non essere entrato, tra scale e gradini che ci sono e poi non ci sono più... tra soffitti che erano in alto e che adesso si sono polverizzati per terra, tra rami di alberi che si avvinghiamo alle finestre e alle porte senza vetri e sembrano stringerle e quasi volerle soffocare. I locali che più si riconoscono sono la lavanderia, la cucina, i resti di una cappella....  




Sulla lapide c'è scritto più o meno "Non scavare i resti dei morti per contagio. 1793". Nel 1793 venne infatti utilizzata come Lazzareto....


Ed ecco l'insegna del famoso reparto di psichiatria 



Incredibile come la natura dimostri di avere sempre l'ultima voce in capitolo! 


Questa doveva essere la lavanderia.... 





....e questa la cucina



Beh ovviamente ne ho approfittato per fare qualche foto di ritratto ambientato ....



Foto di gruppo by Alessia Boscolo prima di partire 




Qui sotto una panoramica di Poveglia mentre ce ne andiamo ...


Questo è invece il video che ho realizzato, cercando di dargli uno stile un po' gotico (Piccolo mistero: quando ho inserito la traccia audio di sottofondo dei Nox Arcana aveva la stessa lunghezza del video che avevo montato....) 




2 commenti:

  1. Foto stupende accompagnate da una cronaca dettagliata come è nel tuo stile. Complimenti Roberto��

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